L’intento di ricerca delle parole chiave è è il nocciolo dell’intera questione ricerca delle parole chiave. Questo perché non basta aver trovato le parole chiave migliori, magari con un volume di ricerca interessante e con poca competitività se non intercettano l’intento di ricerca. La ricerca delle keywords migliori deve assolutamente basarsi sull’intento di ricerca che vuoi raggiungere.
Posizionarsi magari anche nei primi 3 risultati per una parola chiave che non ti porta nessun risultato concreto ed in linea con il tuo obbiettivo non serve a niente.
Scegliere le parole chiave migliori vuol dire non solo sceglierle in base alla convenienza competitività ma soprattutto con una prospettiva di conversione. Devi avere dal posizionamento un vantaggio in termini di reddito o comunque in una prospettiva di guadagno.
Ma ora ti starai chiedendo. Cosa si intende per intento di ricerca? Ora ti rispondo su questa più che legittima domanda. L’intento di ricerca non è altro che la motivazione che ha un utente che digita una parola chiave sul motore di ricerca. Quale esigenza egli vuole soddisfare con quella ricerca? Ha un esigenza meramente informativa? Ha un’esigenza di acquisto? Sta cercando un sito web od un brand specifico? Questa esigenza determina l’intento di ricerca. Perché definisce cosa c’è dietro una ricerca.
In altre parole in base all’intento di ricerca le parole chiave si suddividono in diverse tipologie. Per approfondire meglio l’argomento ti invito a leggere l’articolo tipologie di parole chiave.
Qui entra in gioco la SEO moderna che classifica, almeno nella classificazione standard, le tipologie di parole chiave in informative, navigazionali, transazionali.

L’intento di ricerca delle parole chiave e gli obbiettivi di marketing.
Ma cosa per capire l’intento di ricerca in base alla classificazione delle tipologie di parole chiave è necessario cosa si intende.
Le parole chiave con intento informativo sono quelle parole che mirano ad avere informazioni circa un prodotto o servizio. Come le altre 2 tipologie di cui sopra sono in genere caratterizzate da alcuni suffissi abbastanza ricorrenti. Tipo: cosa, come, perché ecc. Quindi non hanno nessuna intenzione di acquisto ne sono vicine a nessun tipo di azione in termini di conversione.
Mentre quelle navigazionali sono parole chiave il cui intento è la ricerca di un preciso brand od azienda. O perché si tratta di un marchio famoso o perché si digita un url preciso nella barra di ricerca.
Quindi qualcosa che già si conosce. Le parole chiave invece transazionali sono quelle ovviamente più ambite ed interessanti.

Ma perché? Perché come è facile intuire dalla parola stessa transazionale hanno un fine legato direttamente alla transazione. Quindi una forte propensione all’acquisto di un prodotto o servizio. Ad esempio se un utente digita una parola chiave che inizia con la parola preventivo ha ovviamente una forte propensione all’acquisto. Quindi posizionarsi per quella determinata tipologia che manifesta un intento di ricerca votato all’acquisto è inutile che ti dica quanto sia vantaggioso.
Ma proprio per questo la competizione è molto alta e quindi posizionarsi per parole chiave con intento transazionale è difficile ma non impossibile.
In conclusione è comunque sbagliato puntare solo ad un intento di ricerca transazionale. Devi realizzare contenuti che intercettano anche gli altri intenti di ricerca.